Michele Tessari parla di questo Vinitaly
Nuovi mercati, nuovi trend, e il valore di essere in Veneto
La 52° edizione del Vinitaly si conclude e Michele Tessari fa il punto...
La 52° edizione del Vinitaly si conclude e Michele Tessari fa il punto parlando di trend, anticipazioni e conferme. A cominciare dalla consapevolezza che Ca' Rugate è sempre più brand internazionale: "Oggi siamo presenti in 45 Paesi e nei migliori ristoranti del mondo. Coerentemente alla nostra strategia di internazionalizzazione, le acquisizioni crescono in modo costante e così anche la penetrazione dei nostri vini in tutti gli angoli del pianeta. Dopo il Vinitaly possiamo dire di avere all'attivo tre nuovi mercati: Nuova Zelanda, Israele e Croazia. Frutto di rapporti già avviati che hanno trovato concretezza proprio nei giorni della fiera, e che siglano l'inizio di nuove e sinergiche collaborazioni."
Il mercato internazionale del vino italiano cresce anche grazie al valore delle denominazioni e al legame con il territorio (le esportazioni segnano un +13%). "Sì, in effetti i vitigni autoctoni hanno un forte appeal all'estero: nel nostro caso mi sento di dire che la Garganega si conferma un'icona, soprattutto per il suo carattere longevo. Questo aspetto convince molto i player, e l'annata 2007 del Soave Classico Monte Fiorentine, stappata proprio in occasione del Vinitaly, ha conquistato all'unanimità."
Mentre il mercato internazionale cresce, Ca' Rugate conferma una presenza consolidata sul mercato interno: "Il mercato Italia occupa il 50% del nostro fatturato e viene presidiato con meticolosa attenzione. In particolare stiamo lavorando molto bene sul discorso Sparkling. L'interesse verso i nostri tre metodo classico ci dà la conferma che lavorare in modo qualitativamente alto porta a risultati concreti, e il pubblico apprezza." A proposito di pubblico, come è cambiato l'approccio al vino? "Sicuramente il pubblico di oggi è attento e informato, merito anche di un maggiore e migliore accesso alle informazioni. E' più consapevole. E questo è positivo perché vuol dire che cresce la cultura e la conoscenza attorno al vino italiano. Anche il pubblico del Vinitaly si fa sempre più specializzato e questa è un'evidenza che si rafforza di anno in anno."
Al Vinitaly si è parlato di biologico: "Tutti i trend portano segnali di favore sul prodotto biologico, da questo punto di vista devo dire che abbiamo iniziato il percorso di conversione bio più di un anno fa e nel frattempo stiamo mettendo in campo diverse pratiche di greening proprio legate all'agricoltura biologica. E' un percorso lungo ma abbiamo chiaro il traguardo."
E se il Vinitaly rappresenta un momento di confronto e scambio con collaboratori, clienti, consumatori finali, i giorni della fiera diventano anche l'occasione per portare in Cantina Istituzioni e Partner e condividere l'esperienza Ca' Rugate a tutto tondo. "Essere a Verona è certamente un punto di forza, ci aiuta a dare quel valore aggiunto e quella concretezza necessarie per rendere realmente tangibile e concreta la relazione con clienti e partner. Li portiamo fisicamente tra i nostri vigneti e in Cantina per vedere come lavoriamo. E poi abbiamo l’Enomuseo che è un vero e proprio riferimento del territorio, un Museo di interesse regionale che ci proietta anche su tematiche legate all’enoturismo."
E' stato un Vinitaly positivo. "Sì, i vini erano in forma. L'Amarone in primis, che si presentava con la nuova annata 2014, e poi il progetto Studio che convince e piace. Viene apprezzato il lavoro che c'è dietro. E' un vino con un progetto agronomico definito e un'anima.”
"In generale devo dire che il Vinitaly ci entusiasma ogni volta e mentre finisce ci proiettiamo già sul prossimo anno e su ciò che possiamo mettere in atto per dare sempre maggior valore alla nostra fiera internazionale del vino."